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Sanico – Toscolano
Sanico (mt 339 s.l.m.) è una frazione del comune di Toscolano Maderno che si raggiunge lasciando la Strada Statale 45 bis nei pressi del ponte di Toscolano e salendo per la strada comunale di Montemaderno. A Sanico si può parcheggiare l’autovettura nei pressi del piccolo borgo e salire a piedi per la strada comunale, abbastanza ripida, fino al punto panoramico della croce di Ortello (mt. 625 s.l.m). Proseguendo poco dopo si prende il sentiero panoramico che si stacca sulla destra e sale per Malga Valle (mt. 1337 s.l.m.) dove si fa più roccioso. A quota 1440 m si incrocia il sentiero che proviene dal Dos de le Prade e che porta fino in cima a Monte Pizzocolo.
Curiosità
Il paese di Toscolano Maderno è sorto su un ampio deposito alluvionale, nel quale si è aperto uno sbocco, il fiume Toscolano sul cui tracciato si aprono anche alcuni interessanti orridi.
E’ ampiamente documentata la presenza romana, forse dovuta dapprima ad una “Colonia limitanea” cioè all’insediamento di militi romani e delle loro famiglie.
E’ solo parzialmente scavata la villa romana dei Nonii Arrii che costituisce uno dei più importanti edifici residenziali presenti in età romane sulle rive del lago di Garda. Per visitarla è necessario assumere informazioni presso il Comune.
Numerose le lapidi romane, anche se una sola è rimasta in loco, murata nella basilica di S. Andrea che rappresenta un notevole esempio di architettura romanico-lombarda. Secondo qualcuno la primitiva basilica paleocristiana doveva avere una pianta rimasta pressapoco inalterata nell’attuale costruzione che viene fatta risalire dai più accreditati studiosi agli inizi del sec. XII. A tre navate di cui quella centrale è più larga del doppio di quelle collaterali, è completata dall’abside maggiore sulla navata centrale.
La facciata come ha scritto Gaetano Panazza, letterato ed erudito di storia bresciana nonché storico e critico dell’arte, è la riduzione lombarda – tanto nella pianta come nella decorazione – del massimo monumento romanico veronese, S. Zeno Maggiore. Sanico (mt 339 s.l.m.) è una frazione del comune di Toscolano Maderno che si raggiunge lasciando la Strada Statale 45 bis nei pressi del ponte di Toscolano e salendo per la strada comunale di Montemaderno. A Sanico si può parcheggiare l’autovettura nei pressi del piccolo borgo e salire a piedi per la strada comunale, abbastanza ripida, fino al punto panoramico della croce di Ortello (mt. 625 s.l.m).
Proseguendo poco dopo si prende il sentiero panoramico che si stacca sulla destra e sale per Malga Valle (mt. 1337 s.l.m.) dove si fa più roccioso. A quota 1440 m si incrocia il sentiero che proviene dal Dos de le Prade e che porta fino in cima a Monte Pizzocolo.
Sanico – Toscolano
Sanico (mt 339 s.l.m.) è una frazione del comune di Toscolano Maderno che si raggiunge lasciando la Strada Statale 45 bis nei pressi del ponte di Toscolano e salendo per la strada comunale di Montemaderno. A Sanico si può parcheggiare l’autovettura nei pressi del piccolo borgo e salire a piedi per la strada comunale, abbastanza ripida, fino al punto panoramico della croce di Ortello (mt. 625 s.l.m). Proseguendo poco dopo si prende il sentiero panoramico che si stacca sulla destra e sale per Malga Valle (mt. 1337 s.l.m.) dove si fa più roccioso. A quota 1440 m si incrocia il sentiero che proviene dal Dos de le Prade e che porta fino in cima a Monte Pizzocolo.
Curiosità
Il paese di Toscolano Maderno è sorto su un ampio deposito alluvionale, nel quale si è aperto uno sbocco, il fiume Toscolano sul cui tracciato si aprono anche alcuni interessanti orridi.
E’ ampiamente documentata la presenza romana, forse dovuta dapprima ad una “Colonia limitanea” cioè all’insediamento di militi romani e delle loro famiglie.
E’ solo parzialmente scavata la villa romana dei Nonii Arrii che costituisce uno dei più importanti edifici residenziali presenti in età romane sulle rive del lago di Garda. Per visitarla è necessario assumere informazioni presso il Comune.
Numerose le lapidi romane, anche se una sola è rimasta in loco, murata nella basilica di S. Andrea che rappresenta un notevole esempio di architettura romanico-lombarda. Secondo qualcuno la primitiva basilica paleocristiana doveva avere una pianta rimasta pressapoco inalterata nell’attuale costruzione che viene fatta risalire dai più accreditati studiosi agli inizi del sec. XII. A tre navate di cui quella centrale è più larga del doppio di quelle collaterali, è completata dall’abside maggiore sulla navata centrale.
La facciata come ha scritto Gaetano Panazza, letterato ed erudito di storia bresciana nonché storico e critico dell’arte, è la riduzione lombarda – tanto nella pianta come nella decorazione – del massimo monumento romanico veronese, S. Zeno Maggiore. Sanico (mt 339 s.l.m.) è una frazione del comune di Toscolano Maderno che si raggiunge lasciando la Strada Statale 45 bis nei pressi del ponte di Toscolano e salendo per la strada comunale di Montemaderno. A Sanico si può parcheggiare l’autovettura nei pressi del piccolo borgo e salire a piedi per la strada comunale, abbastanza ripida, fino al punto panoramico della croce di Ortello (mt. 625 s.l.m).
Proseguendo poco dopo si prende il sentiero panoramico che si stacca sulla destra e sale per Malga Valle (mt. 1337 s.l.m.) dove si fa più roccioso. A quota 1440 m si incrocia il sentiero che proviene dal Dos de le Prade e che porta fino in cima a Monte Pizzocolo.
Ortello
Ortello è una località della frazione di Sanico – Toscolano Maderno. Da qui si prende il sentiero 287 ex 27 per Cima Pizzocolo.
Ortello
Ortello è una località della frazione di Sanico – Toscolano Maderno. Da qui si prende il sentiero 287 ex 27 per Cima Pizzocolo.
Cresta Sud-Est
La Cresta sud-est è un tratto di sentiero caratterizzato dall’ambiente carsico con difficoltà elevata, adatto ad escursionisti esperti.
Cresta Sud-Est
La Cresta sud-est è un tratto di sentiero caratterizzato dall’ambiente carsico con difficoltà elevata, adatto ad escursionisti esperti.
Monte Pizzocolo
Sulla cima del monte Pizzocolo (mt 1581 s.l.m.) sorge il bivacco Due Aceri (che prende il nome dai due alberi vicini) e la Chiesetta alpina, eretta nel 1985 sui ruderi di una precedente costruzione risalente alla Prima guerra mondiale.
Nelle giornate limpide il panorama è incomparabile e spazia dal lago ai monti. Il Monte Pizzocolo gode di una vista unica e ineguagliabile del Lago di Garda e in particolare del medio e basso Lago. Volgendo lo sguardo possiamo inoltre ammirare il gruppo dell’Adamello, del Monte Rosa, gli Appennini, il complesso montano del Monte Baldo e la diga di Valvestino
Curiosità
Il nome Pizzocolo è rinvenuto per la prima volta nel catasto napoleonico del 181. Questo ritardo è dovuto al fatto che le popolazioni locali, quindi quelle comunità che da sempre hanno legato la vita e la propria economia alla montagna, erano solite non usare questo nome, ricorrendo a quello di Serà (cfr “Il monte Pizzocolo una sentinella sul lago di Garda” Roberto Dall’Olmo ed. Grafo pag. 35).
Il nome, secondo la tesi maggioritaria, deriva dai termini Pizzo e Zoccolo, con evidente riferimento alla sua forma a zoccolo, ma potrebbe derivare anche da pinzocol che in Val di Ledro e nell’Alto Garda indica un dente di roccia sporgente. Serà è invece detta tutta la fascia rocciosa che guarda verso Valle Archesane e Valle delle Camerate e deriva dalla voce dialettale serà che vuol dire chiudere, in quanto la barriera rocciosa chiude la valle (cfr Prealpi Bresciane di Fausto Camerini pag. 316).
Il Monte Pizzocolo, in particolare sulla antistante sponda veronese del lago, viene chiamato anche “Il Gu” o “Naso di Napoleone”. Le truppe francesi presenti sul territorio gardesano, nel periodo delle guerre napoleoniche, videro nella forma del Monte Pizzocolo il profilo del naso di Napoleone, denominandolo così “aigu” ovvero aguzzo. Con il tempo e l’uso abituale il termine da “aigu” si trasformò in “Gu”.
Ispirò Giosuè Carducci, nei cui versi dedicati alla penisola di Sirmione così lo decanta:
… Baldo, paterno monte, protegge la bella da l’alto
co’l sopracciglio torbido:
il Gu sembra un titano per lei caduto in battaglia
supino e minaccevole …
Forse per i temporali estivi o per il fatto che spesso sulla cima si addensano le nuvole, anticamente si credeva abitato dalle streghe che lì celebravano i loro sabba infernali (cfr Garda Verticale pag. 232 e “Il monte Pizzocolo una sentinella sul lago di Garda” Roberto Dall’Olmo ed. Grafo pagg. 11 e 70). Quando il tempo peggiorava, rapidamente si pensava fosse dovuto al fatto che tutte le streghe si erano radunate presso la bocchetta d’Archesane sul versante settentrionale. Questa leggenda si è diffusa anche sulla sponda veronese tanto che esiste il detto “De drio al naso del Napoleon, ghé la vale delle Strìe” (dietro al monte Pizzocolo c’è la valle delle streghe).
Oltre alle streghe la tradizione tramanda storie di briganti che trovavano ricovero nelle grotte. Il più famoso di Toscolano Maderno è stato il brigante Formentù che, nella seconda metà dell’Ottocento, viveva in una profonda grotta sul versante orientale del monte, poco distante da Persegno (cfr “Il monte Pizzocolo una sentinella sul lago di Garda” Roberto Dall’Olmo ed. Grafo pag. 72).
Nell’ultimo dopoguerra si era diffusa la notizia, ad opera del “Washington Post”, che Hitler non fosse morto e avesse trovato rifugio sul lago di Garda. Ci fu anche chi giurò di avere riconosciuto il dittatore fuggiasco in un eremita che, nel ’46, viveva appartato in una grotta dalle parti di Sant’Urbano, tra Toscolano Maderno e il monte Pizzocolo. Nel 2013 “la leggenda” ha trovato nuovo vigore dopo che un gruppo di speleologi, in cerca di misteriose cavità, ha esplorato la grotta di un eremita proprio in quella zona, trovando una barriera di filo spinato arrugginito, suppellettili, rimasugli di uno spartano arredamento, senza peraltro venire a capo di nulla (cfr Bresciaoggi del 16 luglio 2013).
Si tratta di una montagna di aspetto geologico peculiare, sulla quale hanno agito processi tettonici di notevole entità, in gran parte composta di «corna» che è un calcare molto povero di impurità. La potenzialità aggressiva dell’acqua su questa roccia è ben dimostrabile già in superficie, dove, nei tratti di roccia nuda, il fenomeno dei campi solcati assume aspetti quasi abnormi. I solchi, leggermente tortuosi, scorrono lungo le lastre di roccia larghi una ventina di centimetri e profondi alcuni «metri». Così pure l’aspetto esterno, che è quello di un carso prevalentemente coperto, è profondamente segnato da doline e vallette carsiche. Nonostante queste ottime premesse, ben diversa è, però, la situazione per quel che riguarda le possibilità di accesso al sistema carsico profondo. Pochissime sono infatti le cavità sinora rinvenute e quasi tutte impostate su grossi fenomeni tettonici dove poco evidente è l’azione dell’acqua. Le esplorazioni non possono certo dirsi concluse e rimane da esplorare ancora una buona fetta di montagna, inoltre la presenza di imponenti sorgive alla base del massiccio non può che avvalorare l’ipotesi dell’esistenza di un sistema ipogeo di tutto rispetto (cfr Atti del X Convegno di Speleologia Lombarda, Brescia, 12-13 dicembre 1981 «Natura bresciana» Ann. Mus. Civ. Se. Nat., Brescia, 18, 1981, pp. 177-184 Corrado Camerini* e Paolo Segalini* Primo contributo alla conoscenza del fenomeno carsico del M. Pizzocolo (* Gruppo Grotte Brescia «C. Allegretti»).
Due grotte sono particolarmente interessanti in quanto hanno un micro clima con temperatura costante tutto l’anno tra i 2° ed i 5°C. Si trovano alle falde del Pizzocolo e sono dette Giaséra del Val e Giaséra de Boschèta d’Archèsane (Sentieri Bresciani pag 64 a cura della Provincia di Brescia).
Monte Pizzocolo
Sulla cima del monte Pizzocolo (mt 1581 s.l.m.) sorge il bivacco Due Aceri (che prende il nome dai due alberi vicini) e la Chiesetta alpina, eretta nel 1985 sui ruderi di una precedente costruzione risalente alla Prima guerra mondiale.
Nelle giornate limpide il panorama è incomparabile e spazia dal lago ai monti. Il Monte Pizzocolo gode di una vista unica e ineguagliabile del Lago di Garda e in particolare del medio e basso Lago. Volgendo lo sguardo possiamo inoltre ammirare il gruppo dell’Adamello, del Monte Rosa, gli Appennini, il complesso montano del Monte Baldo e la diga di Valvestino
Curiosità
Il nome Pizzocolo è rinvenuto per la prima volta nel catasto napoleonico del 181. Questo ritardo è dovuto al fatto che le popolazioni locali, quindi quelle comunità che da sempre hanno legato la vita e la propria economia alla montagna, erano solite non usare questo nome, ricorrendo a quello di Serà (cfr “Il monte Pizzocolo una sentinella sul lago di Garda” Roberto Dall’Olmo ed. Grafo pag. 35).
Il nome, secondo la tesi maggioritaria, deriva dai termini Pizzo e Zoccolo, con evidente riferimento alla sua forma a zoccolo, ma potrebbe derivare anche da pinzocol che in Val di Ledro e nell’Alto Garda indica un dente di roccia sporgente. Serà è invece detta tutta la fascia rocciosa che guarda verso Valle Archesane e Valle delle Camerate e deriva dalla voce dialettale serà che vuol dire chiudere, in quanto la barriera rocciosa chiude la valle (cfr Prealpi Bresciane di Fausto Camerini pag. 316).
Il Monte Pizzocolo, in particolare sulla antistante sponda veronese del lago, viene chiamato anche “Il Gu” o “Naso di Napoleone”. Le truppe francesi presenti sul territorio gardesano, nel periodo delle guerre napoleoniche, videro nella forma del Monte Pizzocolo il profilo del naso di Napoleone, denominandolo così “aigu” ovvero aguzzo. Con il tempo e l’uso abituale il termine da “aigu” si trasformò in “Gu”.
Ispirò Giosuè Carducci, nei cui versi dedicati alla penisola di Sirmione così lo decanta:
… Baldo, paterno monte, protegge la bella da l’alto
co’l sopracciglio torbido:
il Gu sembra un titano per lei caduto in battaglia
supino e minaccevole …
Forse per i temporali estivi o per il fatto che spesso sulla cima si addensano le nuvole, anticamente si credeva abitato dalle streghe che lì celebravano i loro sabba infernali (cfr Garda Verticale pag. 232 e “Il monte Pizzocolo una sentinella sul lago di Garda” Roberto Dall’Olmo ed. Grafo pagg. 11 e 70). Quando il tempo peggiorava, rapidamente si pensava fosse dovuto al fatto che tutte le streghe si erano radunate presso la bocchetta d’Archesane sul versante settentrionale. Questa leggenda si è diffusa anche sulla sponda veronese tanto che esiste il detto “De drio al naso del Napoleon, ghé la vale delle Strìe” (dietro al monte Pizzocolo c’è la valle delle streghe).
Oltre alle streghe la tradizione tramanda storie di briganti che trovavano ricovero nelle grotte. Il più famoso di Toscolano Maderno è stato il brigante Formentù che, nella seconda metà dell’Ottocento, viveva in una profonda grotta sul versante orientale del monte, poco distante da Persegno (cfr “Il monte Pizzocolo una sentinella sul lago di Garda” Roberto Dall’Olmo ed. Grafo pag. 72).
Nell’ultimo dopoguerra si era diffusa la notizia, ad opera del “Washington Post”, che Hitler non fosse morto e avesse trovato rifugio sul lago di Garda. Ci fu anche chi giurò di avere riconosciuto il dittatore fuggiasco in un eremita che, nel ’46, viveva appartato in una grotta dalle parti di Sant’Urbano, tra Toscolano Maderno e il monte Pizzocolo. Nel 2013 “la leggenda” ha trovato nuovo vigore dopo che un gruppo di speleologi, in cerca di misteriose cavità, ha esplorato la grotta di un eremita proprio in quella zona, trovando una barriera di filo spinato arrugginito, suppellettili, rimasugli di uno spartano arredamento, senza peraltro venire a capo di nulla (cfr Bresciaoggi del 16 luglio 2013).
Si tratta di una montagna di aspetto geologico peculiare, sulla quale hanno agito processi tettonici di notevole entità, in gran parte composta di «corna» che è un calcare molto povero di impurità. La potenzialità aggressiva dell’acqua su questa roccia è ben dimostrabile già in superficie, dove, nei tratti di roccia nuda, il fenomeno dei campi solcati assume aspetti quasi abnormi. I solchi, leggermente tortuosi, scorrono lungo le lastre di roccia larghi una ventina di centimetri e profondi alcuni «metri». Così pure l’aspetto esterno, che è quello di un carso prevalentemente coperto, è profondamente segnato da doline e vallette carsiche. Nonostante queste ottime premesse, ben diversa è, però, la situazione per quel che riguarda le possibilità di accesso al sistema carsico profondo. Pochissime sono infatti le cavità sinora rinvenute e quasi tutte impostate su grossi fenomeni tettonici dove poco evidente è l’azione dell’acqua. Le esplorazioni non possono certo dirsi concluse e rimane da esplorare ancora una buona fetta di montagna, inoltre la presenza di imponenti sorgive alla base del massiccio non può che avvalorare l’ipotesi dell’esistenza di un sistema ipogeo di tutto rispetto (cfr Atti del X Convegno di Speleologia Lombarda, Brescia, 12-13 dicembre 1981 «Natura bresciana» Ann. Mus. Civ. Se. Nat., Brescia, 18, 1981, pp. 177-184 Corrado Camerini* e Paolo Segalini* Primo contributo alla conoscenza del fenomeno carsico del M. Pizzocolo (* Gruppo Grotte Brescia «C. Allegretti»).
Due grotte sono particolarmente interessanti in quanto hanno un micro clima con temperatura costante tutto l’anno tra i 2° ed i 5°C. Si trovano alle falde del Pizzocolo e sono dette Giaséra del Val e Giaséra de Boschèta d’Archèsane (Sentieri Bresciani pag 64 a cura della Provincia di Brescia).
Dos de le Prade
Scendendo dalla cima del Pizzocolo si lascia sulla sinistra il sentiero della salita per percorrere quello molto panoramico che prosegue scendendo alla località Dos delle Prade (1.352 mt).
Alla biforcazione si tiene la sinistra e si scende prima su un sentiero che attraversa pascoli poi su strada sterrata fino a Sant’Urbano.
Dos de le Prade
Scendendo dalla cima del Pizzocolo si lascia sulla sinistra il sentiero della salita per percorrere quello molto panoramico che prosegue scendendo alla località Dos delle Prade (1.352 mt).
Alla biforcazione si tiene la sinistra e si scende prima su un sentiero che attraversa pascoli poi su strada sterrata fino a Sant’Urbano.
Sant’Urbano
Sant’Urbano (mt 872 s.l.m.) è un crocevia di più strade che portano al Pirello, al Colomber, a Sanico e alle Prade.
Curiosità
La Cappella di Sant’Urbano sarebbe stata costruita e dedicata al Santo Patrono dei boscaioli per lo scampato pericolo di una pestilenza. Secondo invece il documento redatto dal notaio Bartolomeo Bonaventura nel 17.10.1381 (lodo arbitrale tra i comuni di Maderno e Toscolano per la suddivisione delle acque del torrente Toscolano necessarie al funzionamento delle cartiere) era stata costruita molto tempo prima.
Caduta in disuso nel maggio del 1498, il Comune ne ordinava la chiusura, essendo diventata una stalla. Ancora chiusa all’epoca della visita apostolica di S. Carlo Borromeo, nel 1586 veniva riparata e diventava meta delle Rogazioni primaverili.
Nel 1588 vi si riprendeva la celebrazione della Messa. Nel 1675 cadde di nuovo in stato di abbandono, tanto che nel 1737 il Comune doveva intervenire a proibire che fosse adibita a magazzino e a deposito di attrezzi agricoli. Divenuta proprietà del comm. G.B. Bianchi, venne nel 1928 completamente restaurata.
In tempi antichi esisteva un Roccolo, ora in disuso, che fino alla fine del 800 era uno dei principali della Riviera (cfr www.storiaditoscolanomaderno.blogspot.com).
Sant’Urbano
Sant’Urbano (mt 872 s.l.m.) è un crocevia di più strade che portano al Pirello, al Colomber, a Sanico e alle Prade.
Curiosità
La Cappella di Sant’Urbano sarebbe stata costruita e dedicata al Santo Patrono dei boscaioli per lo scampato pericolo di una pestilenza. Secondo invece il documento redatto dal notaio Bartolomeo Bonaventura nel 17.10.1381 (lodo arbitrale tra i comuni di Maderno e Toscolano per la suddivisione delle acque del torrente Toscolano necessarie al funzionamento delle cartiere) era stata costruita molto tempo prima.
Caduta in disuso nel maggio del 1498, il Comune ne ordinava la chiusura, essendo diventata una stalla. Ancora chiusa all’epoca della visita apostolica di S. Carlo Borromeo, nel 1586 veniva riparata e diventava meta delle Rogazioni primaverili.
Nel 1588 vi si riprendeva la celebrazione della Messa. Nel 1675 cadde di nuovo in stato di abbandono, tanto che nel 1737 il Comune doveva intervenire a proibire che fosse adibita a magazzino e a deposito di attrezzi agricoli. Divenuta proprietà del comm. G.B. Bianchi, venne nel 1928 completamente restaurata.
In tempi antichi esisteva un Roccolo, ora in disuso, che fino alla fine del 800 era uno dei principali della Riviera (cfr www.storiaditoscolanomaderno.blogspot.com).
Buelino
Il Buelino è un passo di media montagna che collega le creste est della Val di Sur con Toscolano Maderno, via Sant’Urbano.
Al Buelino si incrociano i sentieri CAI 213 ex 13 e 223 ex 23.
Buelino
Il Buelino è un passo di media montagna che collega le creste est della Val di Sur con Toscolano Maderno, via Sant’Urbano.
Al Buelino si incrociano i sentieri CAI 213 ex 13 e 223 ex 23.