Track details
Distance
5.2km
Difficulty
T
Duration
2h 00min
Ascent
446m
Descent
460m
Starting altitude
530m
Arrival altitude
516m
Lowest point
514m
Highest point
864m
Il Bagnolo
Il Bagnolo Eco-Lodge is a 25 hectares private estate and a charming sustainable farmhouse, totally immersed in the woods of a natural park overlooking Lake Garda, not far from Milan, Verona, Mantua and Brescia, so perfect location to experience your active holiday without giving up comfort, peace, relax and good healthy food.
You will find sixteen cozy & stylish bedrooms, some with balcony, equipped with every facilities, really spacious and finely furnished.
Il Bagnolo Eco-Lodge is a genuine agritourism where great care and passion are dedicated to the farm animals which are raised right at the farm, in particular an ancient race cows called “Bruna”. They furnish first-rate 0 Km ingredients to the resturant, which include both red and white meats from selected cattle. Cow milk becomes delicious fresh cheese, like mozzarella, burrata, ricotta. At il Bagnolo vineyard and olive tree grow.
Vegetables from the garden are enhanced, in addition to the restaurant, to fill the jars for sale.
On your table there will be even an exclusive small production of the property extra virgin olive oil.
The buffet breakfast is homemade, the family takes passionate care for every detail and gives you a warm welcome. The restaurant rediscovers the grandmothers cooking tradition and, in addition to the farm food, enhances the most typical and tasty products of Lake Garda, such as wine, capers and citrus fruit.
Lots of activities in the surrounding area will surely make your holiday an experience to take home. from trekking to e-biking, from hang gliding to paragliding, from golf to surfing and sailing, from guided tours to the monasteries and historical villas to food and wine tasting, in addition to all the art and culture events.
Il Bagnolo
Il Bagnolo Eco-Lodge is a 25 hectares private estate and a charming sustainable farmhouse, totally immersed in the woods of a natural park overlooking Lake Garda, not far from Milan, Verona, Mantua and Brescia, so perfect location to experience your active holiday without giving up comfort, peace, relax and good healthy food.
You will find sixteen cozy & stylish bedrooms, some with balcony, equipped with every facilities, really spacious and finely furnished.
Il Bagnolo Eco-Lodge is a genuine agritourism where great care and passion are dedicated to the farm animals which are raised right at the farm, in particular an ancient race cows called “Bruna”. They furnish first-rate 0 Km ingredients to the resturant, which include both red and white meats from selected cattle. Cow milk becomes delicious fresh cheese, like mozzarella, burrata, ricotta. At il Bagnolo vineyard and olive tree grow.
Vegetables from the garden are enhanced, in addition to the restaurant, to fill the jars for sale.
On your table there will be even an exclusive small production of the property extra virgin olive oil.
The buffet breakfast is homemade, the family takes passionate care for every detail and gives you a warm welcome. The restaurant rediscovers the grandmothers cooking tradition and, in addition to the farm food, enhances the most typical and tasty products of Lake Garda, such as wine, capers and citrus fruit.
Lots of activities in the surrounding area will surely make your holiday an experience to take home. from trekking to e-biking, from hang gliding to paragliding, from golf to surfing and sailing, from guided tours to the monasteries and historical villas to food and wine tasting, in addition to all the art and culture events.
Località Bagnolo - Frazione Serniga
, Salò
+39 0365 20290 | +39 331 2145163 | +39 347 4908870
info@ilbagnolo.it
Passo di Guine
Passo di Guine
Cascina Trat
A mt 695 s.l.m. La località è situata nella valle del Traversante, dal nome dell’omonimo torrente, che sale verso NNE da Collio Valsabbia. Il percorso in questo tratto, senza pendenze accentuate, sale e si svolge lungo la dorsale che fa da spartiacque tra l’entroterra del basso lago di Garda e la Valsabbia. Nelle immediate vicinanze della cascina si trova la Fontana dei Manni (dal nome della famiglia proprietaria della cascina stessa) dove è possibile fare provvista d’acqua. Il paesaggio è caratterizzato da boschi di latifoglie alternati a vegetazione naturale erbacea e cespuglietti.
Curiosità: In tutta la zona è frequente imbattersi nel c.d. “Roccolo”, postazione fissa di caccia alla selvaggina migratoria a testimonianza della forte tradizione venatoria nella provincia. Oggi si presenta come una struttura di alberi generalmente a semicerchio intorno ad un capanno di varie forme, spesso mimetizzato con cespugli e rampicanti. Gli alberi che formano il semicerchio sono piante di buttata principali, adeguatamente potate, poste a distanza regolare. Tra una pianta e l’altra sono poste pertiche orizzontali ben evidenti con funzione di posatoi.
Nella struttura sociale delle valli bresciane, rimasta invariata per secoli, era in uso un’ organizzazione economica dove trovavano spazio tutte le attività connesse all’utilizzo del bosco che sempre hanno costituito per la popolazione una valida integrazione del reddito agro-pastorale. Questa organizzazione ha contribuito al radicarsi nella popolazione dell’ uso di sistemi come l’archetto o altri mezzi rudimentali di cattura della fauna migratoria. Le tese degli archetti erano messe in funzione dai proprietari degli appezzamenti di bosco e nelle proprietà comunali e venivano normalmente concesse mediante asta al miglior offerente.
Con l’annessione al Regno di Sardegna e l’estensione nel 1859 della relativa legislazione, viene vietato l’uso della caccia con lacci e trabocchetti di qualsiasi genere. In Valle Sabbia veniva concesso ai residenti il libero possesso per la tesa delle reti, degli archetti e dei roccoli nei boschi, anche di durata triennale, per cui i comuni bresciani cercarono di difendere l’uso dei sistemi tradizionali. Alle varie deroghe si pose fine con un decreto del Prefetto di Brescia nel 1912 che sancì la fine della caccia legale con gli archetti. Ancora oggi queste zone presentano la densità di Roccoli tra le più alte in provincia (cfr pag. nn. 23-30, 43 e 76 in “Luoghi di pasture” La compagnia della stampa Massetti Rodella editori 2003).
Cascina Trat
A mt 695 s.l.m. La località è situata nella valle del Traversante, dal nome dell’omonimo torrente, che sale verso NNE da Collio Valsabbia. Il percorso in questo tratto, senza pendenze accentuate, sale e si svolge lungo la dorsale che fa da spartiacque tra l’entroterra del basso lago di Garda e la Valsabbia. Nelle immediate vicinanze della cascina si trova la Fontana dei Manni (dal nome della famiglia proprietaria della cascina stessa) dove è possibile fare provvista d’acqua. Il paesaggio è caratterizzato da boschi di latifoglie alternati a vegetazione naturale erbacea e cespuglietti.
Curiosità: In tutta la zona è frequente imbattersi nel c.d. “Roccolo”, postazione fissa di caccia alla selvaggina migratoria a testimonianza della forte tradizione venatoria nella provincia. Oggi si presenta come una struttura di alberi generalmente a semicerchio intorno ad un capanno di varie forme, spesso mimetizzato con cespugli e rampicanti. Gli alberi che formano il semicerchio sono piante di buttata principali, adeguatamente potate, poste a distanza regolare. Tra una pianta e l’altra sono poste pertiche orizzontali ben evidenti con funzione di posatoi.
Nella struttura sociale delle valli bresciane, rimasta invariata per secoli, era in uso un’ organizzazione economica dove trovavano spazio tutte le attività connesse all’utilizzo del bosco che sempre hanno costituito per la popolazione una valida integrazione del reddito agro-pastorale. Questa organizzazione ha contribuito al radicarsi nella popolazione dell’ uso di sistemi come l’archetto o altri mezzi rudimentali di cattura della fauna migratoria. Le tese degli archetti erano messe in funzione dai proprietari degli appezzamenti di bosco e nelle proprietà comunali e venivano normalmente concesse mediante asta al miglior offerente.
Con l’annessione al Regno di Sardegna e l’estensione nel 1859 della relativa legislazione, viene vietato l’uso della caccia con lacci e trabocchetti di qualsiasi genere. In Valle Sabbia veniva concesso ai residenti il libero possesso per la tesa delle reti, degli archetti e dei roccoli nei boschi, anche di durata triennale, per cui i comuni bresciani cercarono di difendere l’uso dei sistemi tradizionali. Alle varie deroghe si pose fine con un decreto del Prefetto di Brescia nel 1912 che sancì la fine della caccia legale con gli archetti. Ancora oggi queste zone presentano la densità di Roccoli tra le più alte in provincia (cfr pag. nn. 23-30, 43 e 76 in “Luoghi di pasture” La compagnia della stampa Massetti Rodella editori 2003).
Strada Comunale di Trat
, Vobarno
Bocca di Trat
Bocca di Trat (mt. 769 s.l.m.) segna il passaggio dalla valle del Traversante laterale della Valsabbia e la val di Sur nell’entroterra del basso lago di Garda. Il nome deriva dal vicino monte, una modesta altura di m. 803 s.l.m..
Bocca di Trat
Bocca di Trat (mt. 769 s.l.m.) segna il passaggio dalla valle del Traversante laterale della Valsabbia e la val di Sur nell’entroterra del basso lago di Garda. Il nome deriva dal vicino monte, una modesta altura di m. 803 s.l.m..
Roccolo Albio
Posizionato a m. 753 s.l.m.. nell’omonima valle minore.
Curiosità: Il “Roccolo” quale postazione fissa della caccia secondo una tradizione venatoria molto diffusa e caratterizza il paesaggio la toponomastica dei luoghi.
L’elevata concentrazione di Roccoli nelle prealpi lombarde è determinata da fattori favorevoli relativi al luogo. Il territorio alpino e prealpino è, anzitutto, interessato dal flusso migratorio dei volatili, ossia da una rotta che comunemente viene seguita dagli uccelli provenienti da tutta Europa che, nei mesi autunnali, si spostano in territori più caldi e, nel periodo primaverile, ritornano nel loro paese, in cui le temperature sono meno torride.
Altro fattore propizio del territorio montano è la sua stessa morfologia, in quanto le valli rappresentano i corridoi di percorrenza e le cime e le dorsali i luoghi di sosta e di riposo. E’ proprio su queste alture che sono stati costruiti i principali impianti di cattura, difatti il luogo di impianto, in relazione con l’abbondanza di volatili, è un elemento importantissimo da prendere in considerazione per la loro collocazione.
I roccoli attualmente funzionanti presentano la licenza della Regione Lombardia, che permette la cattura dei volatili per il rifornimento di richiami di specie cacciabili, ma solo per brevi periodi l’anno, che corrispondono con l’autunno. Le stazioni di inanellamento a scopo scientifico, ben distribuite sul territorio regionale, vengono utilizzate secondo le indicazioni dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica o per altre ricerche proposte dai dipartimenti di Biologia delle università lombarde.
In essi si effettuano studi sui volatili mediante l’applicazione di un anellino con inciso un codice sulla zampa dell’uccello, che viene poi rilasciato; quando verrà nuovamente catturato in un’altra stazione di inanellamento si farà riferimento al codice che porta per studiare il suo spostamento e, di conseguenza, le sue usanze.
Tratto dalla tesi di laurea: “Il sistema dei roccoli della Val Gandino – proposta per un itinerario ecomuseale” di Roberto Fratus (con la collaborazione di Daniel Zamblera) Politecnico di Milano – Facoltà di Architettura
Roccolo Albio
Posizionato a m. 753 s.l.m.. nell’omonima valle minore.
Curiosità: Il “Roccolo” quale postazione fissa della caccia secondo una tradizione venatoria molto diffusa e caratterizza il paesaggio la toponomastica dei luoghi.
L’elevata concentrazione di Roccoli nelle prealpi lombarde è determinata da fattori favorevoli relativi al luogo. Il territorio alpino e prealpino è, anzitutto, interessato dal flusso migratorio dei volatili, ossia da una rotta che comunemente viene seguita dagli uccelli provenienti da tutta Europa che, nei mesi autunnali, si spostano in territori più caldi e, nel periodo primaverile, ritornano nel loro paese, in cui le temperature sono meno torride.
Altro fattore propizio del territorio montano è la sua stessa morfologia, in quanto le valli rappresentano i corridoi di percorrenza e le cime e le dorsali i luoghi di sosta e di riposo. E’ proprio su queste alture che sono stati costruiti i principali impianti di cattura, difatti il luogo di impianto, in relazione con l’abbondanza di volatili, è un elemento importantissimo da prendere in considerazione per la loro collocazione.
I roccoli attualmente funzionanti presentano la licenza della Regione Lombardia, che permette la cattura dei volatili per il rifornimento di richiami di specie cacciabili, ma solo per brevi periodi l’anno, che corrispondono con l’autunno. Le stazioni di inanellamento a scopo scientifico, ben distribuite sul territorio regionale, vengono utilizzate secondo le indicazioni dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica o per altre ricerche proposte dai dipartimenti di Biologia delle università lombarde.
In essi si effettuano studi sui volatili mediante l’applicazione di un anellino con inciso un codice sulla zampa dell’uccello, che viene poi rilasciato; quando verrà nuovamente catturato in un’altra stazione di inanellamento si farà riferimento al codice che porta per studiare il suo spostamento e, di conseguenza, le sue usanze.
Tratto dalla tesi di laurea: “Il sistema dei roccoli della Val Gandino – proposta per un itinerario ecomuseale” di Roberto Fratus (con la collaborazione di Daniel Zamblera) Politecnico di Milano – Facoltà di Architettura