webmapp map

Dettagli Percorso

Lunghezza

44.6km

Difficoltà

Tc

Durata

9h 30min

Dislivello +

235m

Dislivello -

233m

Quota di partenza

8m

Quota di arrivo

8m

Quota minima

-4m

Quota massima

28m

Massaciuccoli romana

Le prime scoperte archeologiche risalgono al 1756 ma i risultati sono scarsi. Nel 1770 vengono riorganizzate alcune indagini e viene ritrovata una fistula acquaria. Tuttavia, il primo segno di un interesse pubblico intorno alle antichità di Massaciuccoli si data al 1819 per volontà di Maria Luisa di Borbone.

L’attenzione delle Istituzioni, al più alto livello, si ripeterà ancora nel XX secolo all’inizio degli anni Venti, con l’esplorazione intrapresa dalla Soprintendenza (allora alle Antichità dell’Etruria) nel piazzale su cui sorge la Pieve di San Lorenzo e nella terrazza sottostante, tra i muri eccezionalmente monumentali delle “Terme”. Negli anni Trenta, uno scavo d’emergenza lungo via Pietra a Padule, rinviene il settore occidentale di un altro complesso, con balneum e mosaici, interpretato come parte di una villa romana.

È il Comune di Massarosa che negli anni 2000 si fa promotore del prosieguo dei lavori. Nel 2004 le indagini preventive alla costruzione di un nuovo Museo sul sito della Scuola elementare già dismessa, posta su un alto terrazzo a monte di via Pietra a Padule, mettono in evidenza l’estensione dell’area occupata da strutture di epoca romana e determinano un mutamento di rotta. Si sceglie di musealizzare il complesso a valle della via Pietra a Padule sotto un Padiglione costruito nel 2007. Nel frattempo, il sito destinato a Museo si trasforma in un cantiere finalizzato all’esplorazione dell’area dove i sondaggi preventivi (2006) restituiscono sicuri indizi della parte nord‐orientale dello stesso complesso edilizio scoperto negli anni Trenta. Successivamente, gli studi che affrontano l’interpretazione delle “Terme” sulla collina e della “Villa” ai suoi piedi rivoluzionano le letture precedenti e rivelano relazioni a vari livelli tra i due complessi: con questi presupposti vengono avviate le indagini del 2006‐2009 e quella del 2011-2012. Obiettivo di queste ultime campagne è stato ricostruire gli avvenimenti, dalla costruzione dell’impianto fino al suo completo abbandono, scandendone cronologicamente i momenti salienti, cercare di ridisegnare gli spazi che caratterizzavano l’edificio e comprenderne le funzione.

Massaciuccoli preromana

Ciò che rimane del periodo più antico attestato nell’area di scavo sono resti di strutture irregolari e ormai difficilmente leggibili, che assieme ai pochi frammenti ceramici rinvenuti permettono di collocare il primo periodo di utilizzo in un generico momento compreso tra il VII e il IV secolo a.C. Nonostante l’assenza di elementi certi, la storia del sito di Massaciuccoli comincia con strutture, probabilmente capanne, costruite in materiali deperibili quali terra, paglia e legno collocate sopra ad un deposito privo di ulteriori tracce antropiche. In un momento successivo, anch’esso di difficile interpretazione, sui resti di parte delle fondazioni delle strutture appena descritte si costruisce un edificio in pietra con andamento curvilineo, identificata in struttura abitativa o difensiva, ma tali ipotesi sono ancora aperte nell’attesa che emergano nuovi dati.
Massaciuccoli romana

Le prime tracce dell’occupazione di epoca romana corrispondono ai resti di un edificio in muratura databile attorno al I secolo a.C., localizzato nel settore nord-orientale dell’area di scavo. Le strutture rinvenute sono riferibili ad un edificio con un unico vano, forse un rustico isolato oppure parte di un edificio più ampio che si estendeva a nord, oltre il limite dell’area di scavo. Questo rimane in uso fino agli inizi del I secolo d.C. quando si procede alla riorganizzazione dell’area attraverso l’impianto di un esteso complesso rustico connesso allo sfruttamento agricolo.

L’équipe di archeologi ha messo in luce una struttura più complessa: ai resti monumentali della villa dell’otium dei Venulei si aggiungono anche resti di strutture produttive. Si vengono così a delineare due aspetti importanti della vita: l’otium e il negotium. L’area archeologica “Massaciuccoli romana” si divide quindi in due complessi principali: in alto sulla collina i resti monumentali della villa dell’otium con le terme; in basso, diviso in due sezioni dalla strada moderna, l’“edificio con mosaico”. Benché manchino elementi per risalire alla data di costruzione, non si esclude la contemporaneità dei complessi e si ipotizza una funzione “di servizio” dell’edificio in basso rispetto a quello sulla collina. Con le ultime ricerche si è riusciti a restituire il complesso nella sua diacronia, ovvero nella sequenza di momenti che vedono la nascita, lo sviluppo, le trasformazioni, il declino e il riuso, fino al seppellimento.

 

 

[fonte Wikipedia]

Museo Radico

Partendo da alcune collezioni di oggetti del lavoro e del pensiero contadino del nostro territorio, costruiremo una rete di nodi che racconteranno, approfondendola, la storia degli uomini che con quei manufatti hanno plasmato il nostro paesaggio, hanno coltivato il nostro cibo, hanno fondato la nostra cultura.

Guardando la nostra campagna si vede un filare d’uva, una casa, un fiume, pagliai, orti, pollai, olivi. Centinaia d’anni e migliaia di braccia hanno costruito quel paesaggio, secondo una intelligenza collettiva e sociale, che ha tenuto conto dell’esigenza umana in rapporto e relazione col territorio, che quegli uomini doveva sfamare. La stessa storia è in un pezzo di pane toscano, ma non si vede: si sente. Migliaia di cucine e cuori e selezioni di grano e lieviti l’hanno prodotto. Mangiando il nostro territorio impariamo molte cose su di esso, e ne diveniamo custodi.

Guardiamo il mondo come se aprissimo un album di foto, ma quello che vediamo, che viviamo, è la necessaria eredità di chi ci ha preceduto. In campagna, dove tutta la famiglia dai vecchi ai bambini contribuiva a lavorare la terra, a quaranta anni si abitava ancora dove si era nati e si poteva dire «quella pietra che tiene la terra di quello scalino di quell’argine di quel fiume l’ho messa io trenta anni fa» e cЃfera una coscienza silenziosa e chiara di cosa lЃfaccumulo del lavoro condiviso, pietra su pietra, anno su anno, può generare. Si condivide un terreno anche quando si succede a chi lavorava prima di noi.

I valori più profondi della civiltà contadina, che per lungo tempo hanno caratterizzato lЃfItalia ed il nostro territorio, costituiscono uno stimolo per il suo rilancio culturale in grado di integrare la coscienza ecologica e la conoscenza scientifica con il rispetto per lЃfambiente, il paesaggio e il lavoro.

La Casa Rossa

All’interno della nostra struttura si trova un maneggio di equitazione naturale per adulti e bambini.

Poco distante dalla nostra fattoria, presso l’azienda agricola La Costanza, si trova una struttura dove è possibile organizzare eventi di vario genere.

Si possono seguire corsi di cucina in inglese e italiano per gruppi, gestiti direttamente da Sandra Lotti.
Trasforma la vacanza in un esperienza indimenticabile di gusto, sapori e pratiche di cucina.