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Dettagli Percorso

Lunghezza

5.3km

Difficoltà

E

Durata

1h 45min

Dislivello +

239m

Dislivello -

239m

Quota di partenza

278m

Quota di arrivo

278m

Quota minima

278m

Quota massima

448m

Rocca ariostesca

Risalente all’XI secolo, deve il suo nome al fatto di aver ospitato dal 1552 al 1525 il poeta Ludovico Ariosto, che ricopriva in questo periodo l’incarico di governatore della provincia estense di Garfagnana.
Architettonicamente si presenta con la forma caratteristica delle costruzioni medioevali: piccole torri agli angoli ed una quadrata al centro che aveva la funzione anche di prigione.
Nel corso del XIII secolo la struttura della rocca venne modificata e in particolare durante il periodo di dominazione lucchese subì numerosi cambiamenti tra i quali ricordiamo l’allargamento dell’intera cinta muraria urbana, operato da Castruccio Castracani degli Antelminelli, e la realizzazione dell’imponente torre posta al centro della Rocca, impreziosita dall’orologio civico, grazie a Paolo Guinigi.
Nel 1675 fu costruita la terrazza che guarda sulla piazza in corrispondenza dell’arco monumentale di accesso al centro cittadino.
In seguito ai danni arrecati durante la seconda guerra mondiale, la rocca fu restaurata e modificata nella struttura. Attualmente è sede di eventi culturali e ospita il Museo archeologico, nel quale si possono trovare testimonianze dei periodi preistorico, liguro-apuano ed etrusco in Garfagnana.

Vecchio Mulino

Il locale è presidio Slow Food e sorge nei basamenti del soprastante duomo. I menù proposti offrono una sintesi dei prodotti della  zona: il farro, il pane, la pasta, i formaggi, i prosciutti, gli insaccati e una vasta gamma di confetture di frutta e di bevande.

Fortezza Monte Alfonso

Fu costruita per volontà di Alfonso II d’Este tra il 1579 e il 1586, su progetto di Marc’Antonio Pasi, per difendere Castelnuovo Garfagnana e il territorio estense dalla Repubblica di Lucca. Furono gli stessi garfagnini a contribuire, con la somma ingente di 30.000 scudi, alla realizzazione.

Il complesso – con una cinta muraria di 1150metri, 7 baluardi e due porte – aveva al suo interno abitazioni: degli esemplari cinquecenteschi rimangono la casa del capitano, l’alloggio delle truppe, il pozzo in pietra e il baluardo della casamatta. Lo stemma estense campeggia ancora sulla porta principale.

Secondo una leggenda popolare, la Fortezza sarebbe collegata attraverso una galleria sotterranea alla Rocca Ariostesca di Castelnuovo, un passaggio segreto che, in caso di assedio del paese, avrebbe permesso ai cittadini di rifugiarsi all’interno delle mura.

Dopo aver ospitato le carceri nel XVI secolo, divenne nel ‘900 residenza estiva della famiglia italo – scozzese dei Bechelli, che trasformò uno degli edifici in un moderno villino Liberty.

Bagni Termali Torrite (ruderi)

Nel 1580 Alfonso II, duca d’Este, dalla Fortezza di Mont’Alfonso scende a visitare gli antichi bagni ed ordina alcuni lavori di manutenzione che vengono poi ripetuti circa 100 anni dopo ad opera della popolazione di Castelnuovo e nel 1707 una visita del naturalista garfagnino Antonio Vallisneri esalta le terme e le proprietà dell’acqua.
Nel secondo dopo guerra iniziano i lavori per la grande galleria di scarico della centrale Enel di Torrite e in questa occasione viene rintracciata l’acqua termale che però viene abbandonata all’interno della galleria stessa.
Negli anni Ottanta, l’amministrazione decide di eseguire analisi approfondite sulle acque e nel 1982 una ricerca idrogeologica indica l’area del bagno come una zona nella quale è possibile reperire acque sia per la rete idropotabile sia le acque termali.

Nei primi anni duemila infine, l’archeologo Paolo Notini rinviene, all’interno della grotta dei bagni, le pareti laterali di una grande vasca murata in cocciopesto, un materiale assai usato dagli antichi Romani. Lo stesso archeologo ha fatto rilevare che questa scoperta non può essere considerata la prova che siano stati proprio i Romani a costruire i bagni di Torrite: in diversi paesi si è continuato e si continua ancora a utilizzare il cocciopesto in lavori idraulici di vario genere. Sembra comunque certo che le acque termali di Bagni di Lucca e di Equi Terme, paesi posti a non molta distanza dal nostro, fossero già conosciute ed utilizzate ai tempi di Roma repubblicana”.
Afferma:
“Alcuni studiosi vedono nel termalismo uno stimolo della viabilità. Già i Romani, nel tracciare le loro strade, tenevano presente la possibilità di usufruire di sorgenti termali. E certo riposare le stanche membra in una vasca di tiepida acqua, poteva rappresentare un sollievo straordinario per un viaggiatore dell’antichità! Secondo costoro si può quindi pensare che l’esistenza di acque termali in vari luoghi della valle del Serchio (Bagni di Lucca, Gallicano, Pieve Fosciana e Torrite) abbia facilitato i traffici di mercanti e pellegrini lungo la strade che dalla Lombardia portavano a Lucca”.

(testo tratto da interviste ad Andrea Giannasi)