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Dettagli Percorso

Lunghezza

10.5km

Difficoltà

E

Durata

3h 15min

Dislivello +

472m

Dislivello -

478m

Quota di partenza

207m

Quota di arrivo

201m

Quota minima

142m

Quota massima

439m

Organo di Colognole – Chiesa di Colognole

Nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo (XVIII sec.) di Colognole -il cui nome indica il passato di colonia romana – è ospitato un organo realizzato tra il XVI e il XVII secolo per le feste di corte del Palazzo Granducale di Livorno e solo più tardi convertito per usi liturgici. L’eccezionalità dell’opera è dovuta al fatto che lo strumento –sostanzialmente integro- è forse il più antico organo positivo ottavino sopravvissuto in Toscana e possiede ancora i decori barocchi aggiunti alla severa struttura lignea tardo rinascimentale. L’antichità dello strumento è subito rilevata dall’ambito della tastiera che nella sua ultima ottava corta termina al La4 senza Sol #4. Il limite acuto delle tastiere al La4 cessa di venir praticato almeno dagli anni 30 del Seicento e viene quindi a costituire un termine ante quem per la datazione di questo strumento. [..] (Pier Paolo Donati – Renzo Giorgetti)

Mulino Orizzontale

In un vano di quelle che oggi sono case o villette private, si può ancora notare l’alloggio per la ruota orizzontale che andava a costituire la forza motrice per i mulini: grano e castagne erano le moliture principali fino agli anni ’60.

Casotti del Poccianti

In questo punto, nella struttura del Bottin Tondo confluiscono sia le acque delle quattro Polle Maggiori (che si immettono trasversalmente al percorso dell’acqua convogliata lungo il Camorra), sia le acque delle  due polle che incontriamo sul nostro percorso a piedi: la polla del Mugnaio (in prossimità del grande leccio), e le polle del Fico (dette della Chiesina, sulla nostra destra)

Sorgente della Terrazza

E’ il punto più alto del complesso dell’Acquedotto storico del Poccianti: queste sorgenti sono infatti ubicate alla sorgente del torrente Camorra ( Caput Morra )

Cava della Focerella

Su questo versante, al di là della SR5, comincia invece il complesso ofiolitifero che affiora da Monte Maggiore fino a Rosignano Marittimo: si tratta di rocce verdi, dove prevalgono le serpetiniti e, in misura minore,gabbri e brecce gabbriche di età giurassica.

Radar Poggio Lecceta

L’ enorme “palla da golf” sulla sua cima è il radar di una stazione meteorologica ENAV (Ente Nazionale Assistenza Volo)

In questo tratto, lato mare invece, si possono scorgere le sagome delle isole di Gorgona, Capraia ed Elba

Chiesa S.Giovanni di Valle Benedetta

Nel XVII secolo il vallombrosano Colombino Bassi, livornese, volle fondare in questo luogo (fino ad allora “completamente selvaggio e inospitale abitato da lupi e briganti”)  una chiesa intitolata a San Giovanni Gualberto con l’annesso monastero. Su autorizzazione del granduca Cosimo III acquistò il terreno dal cavaliere Francesco Lante di Pisa. Disboscato e spianato il terreno il 20 maggio 1692 vi fu posta la prima pietra in presenza dell’arcivescovo di Pisa. Durante gli scavi per le fondazioni furono trovati pregevoli reperti archeologici (armi, vasi, monete ed urne) che furono donati al gran principe ereditario Ferdinando de’ Medici. Il complesso, progettato dal livornese Lorenzi fu ultimato nel 1697 e fu affidato ai monaci dell’ordine benedettino, da cui prese il nome l’intera valle. Con l’aiuto finanziario del ricchissimo mercante Huygens di Amburgo, fu aperta la strada fino a Livorno (1694). Divenuto vescovo di Pistoia e Prato (1715), il Bassi viene a consacrare la nuova chiesa il 5 giugno 1717.

Molini a Vento – Ruderi

Nel 1742 il Sig. Filippo Tidi (famiglia che possedeva mulini ad acqua sul Rio Ardenza) inizia a costruire sei mulini a vento e dieci anni dopo uno è terminato e un altro è “più che ammezzato”. In realtà alla fine solo quattro strutture verranno effettivamente costruite come si individuano in alcune carte della costa livornese, ad uso dei naviganti, relative a dei portolani (manuali per la navigazione), nelle quali i mulini della Valle Benedetta, per la loro posizione eminente, sono presi a riferimento e “mira” per l’attraversamento delle Secche della Meloria e l’ingresso in porto.

Nella prima carta datata 1769 i mulini risultavano ancora tre, mentre nella successiva del 1795, i mulini sono diventati quattro. Essi servivano per la macinazione del grano prodotto nei non distanti terreni pianeggianti.

“…vedemmo un mulino a vento già terminato, ed un altro più che ammezzato, de sei che il Signor Filippo [Tidi] faceva fabbricare lungo la cima di uno di questi monti. Sono tutti di un disegno molto giudizioso, comodo, e sicuro, fatto dal già Vairynge macchinista di S.M.C. e professore di meccanica e filosofia sperimentale nell’accademia di Nancy, poi di Firenze. Quest’ultimissima invenzione dei mulini a vento sarebbe di grande sollievo per alcune province della Toscana…”. [Citazione Collezione Minutelli, anno 1752: Targioni Tozzetti “Osservazioni fatte alla Valle Benedetta” (si riferisce ad una gita del 1742)]

Guado Attrezzato sul Morra

Il passaggio è stato reso assai più difficoltoso dopo l’alluvione del 1 Settembre 2017; in questa occasione lo troverete attrezzato