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Dettagli Percorso

Lunghezza

44km

Difficoltà

Mc

Durata

11h 45min

Dislivello +

1446m

Dislivello -

1446m

Quota di partenza

2m

Quota di arrivo

2m

Quota minima

1m

Quota massima

492m

La Cappella

La Pieve della Cappella è dedicata a San Martino e si trova appena fuori del paese di Azzano, in un punto di eccezionale interesse paesaggistico che offre un panorama unico sulle antiche cave di marmo del monte Altissimo e di Trambiserra.
La chiesa, interamente in marmo, è stata costruita prima del Mille e rimaneggiata nel XII secolo: il campanile sorge separato davanti al prospetto, ed è anteriore al XI secolo.
La facciata venne poi abbellita da un porticato, completato nel 1538, i cui capitelli pare fossero disegnati da Michelangelo, al quale la tradizione locale attribuisce anche il rosone, detto per questo l’occhio di Michelangelo. Purtroppo il colonnato è andato distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale. Nell’ interno, a tre navate a pianta rettangolare, sono notevoli gli altari in marmo del XVII secolo.

Seravezza


Nel V secolo dopo Cristo, poi, assistiamo alle invasioni barbariche e, in particolare, alla calata dei Longobardi che si stabilirono nell’area delle Alpi Apuane. Lo stesso nome “Seravezza” sembra derivare da un toponimo del periodo longobardo (Sala Vetitia: centro scambi commerciali), ma quella a proposito dell’origine del nome è una questione ancora oggi molto dibattuta. 
La storia di Seravezza in epoca medievale, invece, è caratterizzata dalle vicende dei nobili di Corvaia e Vallecchia, i Toparchi, e dalle persecuzioni attuate contro di essi dal Comune di Lucca. Al 1515 risale il primo atto autentico del Comune di Seravezza: è, questo, l’anno in cui la città offre a Firenze il Monte Ceragiola e l’Altissimo: “… in quibus dicitur esse cava et minera pro marmoribus cavandis”. La dipendenza dallo Stato Fiorentino ha conseguenze positive per Seravezza che viene eletta sede della residenza estiva della famiglia de’ Medici. Non solo: accanto alle numerose fabbriche di ferro o “magone’”che lavorano le vene di minerali presenti in gran quantità, inizia lo sfruttamento intensivo delle cave di marmo che divengono meta di famosi scultori alla ricerca del prezioso statuario. Nel 1518 lo stesso Michelangelo Buonarroti viene a Seravezza per scegliere il marmo da utilizzare per la realizzazione delle statue commissionategli da Papa Leone X. A questo periodo risale anche la strada che dalle cave conduce in marina,orologi replica conosciuta ancora oggi come Via di Michelangelo. 
Due bruschi arresti dell’attività estrattiva si registrano in corrispondenza dei periodi di belligeranza per le Guerre Mondiali e la posizione strategica di Seravezza è riaffermata tragicamente proprio durante la II Guerra Mondiale, quando il paese vede per nove mesi la permanenza del fronte sulla Linea Gotica che causa lutti e rovine e la distruzione di interi villaggi, di opere pubbliche e di opifici industriali. La ricostruzione, grazie all’impegno e alla capacità della gente locale, è stata rapida e completa.

[da www.palazzomediceo.it]

Palazzo mediceo di Seravezza

Rispetto alle altre Ville Medicee toscane presenta caratteristiche diverse: infatti allo sfarzo degli interni e degli esterni, la Villa di Seravezza contrappone un’estrema semplicità. Si tratta di una scelta stilistica legata probabilmente alla sua funzione: non era concepita come una vera e propria dimora, ma come una casa o casino. L’edifico principale del complesso mediceo è il Palazzo costruito tra il 1561 e il 1565 per volere di Cosimo I de’ Medici, Granduca di Toscana, come residenza temporanea durante le frequenti visite alle cave di marmo e alle miniere di argento. Rimase per molti anni la residenza estiva dei Medici e successivamente degli Asburgo-Lorena e di altre famiglie nobili toscane fino all’Unità d’Italia, quando il palazzo divenne sede del Municipio e tale rimase fino al 1967. Riconosciuto nel 2013 Patrimonio Mondiale dell’Umanità e inserito nel sito seriale delle “Ville e Giardini Medicei della Toscana”, è oggi un polo culturale dove si svolgono importanti esposizioni d’arte e di fotografia e rassegne teatrali, è sede del Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica, della Biblioteca Comunale e dell’Archivio Storico

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