Dettagli Percorso
Lunghezza
9.5km
Difficoltà
E
Durata
3h 00min
Dislivello +
436m
Dislivello -
205m
Quota di partenza
238m
Quota di arrivo
470m
Quota minima
228m
Quota massima
496m
Greve in Chianti
Il borgo era una semplice dipendenza del castello di Montefioralle ma, grazie alla sua posizione poté diventare il principale mercatale della zona. Questo grazie all’incrocio tra le vie di collegamento tra il Valdarno, la Val di Greve e la via che da Firenze attraverso le Colline del Chianti conduceva nel senese. La piazza dalla caratteristica forma di triangolo allungato è per gran parte circondata da portici ed al centro è posta la statua dello scultore Romeo Pazzini raffigurante Giovanni da Verrazzano (navigante e esploratore rinascimentale della Repubblica Fiorentina, nato nel vicino castello). Un altro dei vertici della piazza è occupato dalla chiesa parrocchiale dedicata alla Santa Croce (XIX secolo).
Dal punto di vista storico-amministrativo, prima di entrare nella Provincia di Firenze, Greve faceva parte del vicariato di San Giovanni Valdarno, anche se al confine col vicariato di Certaldo (di cui faceva parte la provincia del Chianti, attualmente tutta compresa nella Provincia di Siena). Ha aggiunto la denominazione “in Chianti” dal 10 settembre 1977, con l’ingresso nella sottozona di produzione vinicola “Classico del Chianti”
«(…) la Repubblica Fiorentina divise, e il Granducato Mediceo conservò il distretto politico del Chianti in tre terzi: Terzo di Radda, Terzo di Gaiole e Terzo della Castellina, conosciuti rapporto alla disposizione militare col nome di Lega della Castellina del Chianti e rapporto al potere civile dipendenti dalla potesteria di Radda, allora subalterna al Vicariato di Certaldo, mentre quella della Comunità di Greve alla stessa epoca dipendeva dal Vicario di S. Giovanni in Val d’Arno..»
(1833, Emanuele Repetti Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana)
Greve in Chianti

Il borgo era una semplice dipendenza del castello di Montefioralle ma, grazie alla sua posizione poté diventare il principale mercatale della zona. Questo grazie all’incrocio tra le vie di collegamento tra il Valdarno, la Val di Greve e la via che da Firenze attraverso le Colline del Chianti conduceva nel senese. La piazza dalla caratteristica forma di triangolo allungato è per gran parte circondata da portici ed al centro è posta la statua dello scultore Romeo Pazzini raffigurante Giovanni da Verrazzano (navigante e esploratore rinascimentale della Repubblica Fiorentina, nato nel vicino castello). Un altro dei vertici della piazza è occupato dalla chiesa parrocchiale dedicata alla Santa Croce (XIX secolo).
Dal punto di vista storico-amministrativo, prima di entrare nella Provincia di Firenze, Greve faceva parte del vicariato di San Giovanni Valdarno, anche se al confine col vicariato di Certaldo (di cui faceva parte la provincia del Chianti, attualmente tutta compresa nella Provincia di Siena). Ha aggiunto la denominazione “in Chianti” dal 10 settembre 1977, con l’ingresso nella sottozona di produzione vinicola “Classico del Chianti”
«(…) la Repubblica Fiorentina divise, e il Granducato Mediceo conservò il distretto politico del Chianti in tre terzi: Terzo di Radda, Terzo di Gaiole e Terzo della Castellina, conosciuti rapporto alla disposizione militare col nome di Lega della Castellina del Chianti e rapporto al potere civile dipendenti dalla potesteria di Radda, allora subalterna al Vicariato di Certaldo, mentre quella della Comunità di Greve alla stessa epoca dipendeva dal Vicario di S. Giovanni in Val d’Arno..»
(1833, Emanuele Repetti Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana)
Montefioralle
Il più antico ricordo documentato risale al 6 febbraio del 1085 quando viene rogato un atto nel a castro Monteficalli. Il castello viene citato diverse altre volte all’inizio del XII secolo come una curtis in cui venivano rogati atti ufficiali, atti conservati nell’archivio della Badia a Passignano. Tra questi documenti quello datato 4 marzo 1122 è di particolare interesse; in quel documento viene certificata la vendita di un bene tra un tale Benne di Gerardo e Gisla di Guinildo insieme alla madre Ermengarda del fu Rolando, i personaggi di questa vicenda portano tutti un nome di origine germanica tanto che si è ipotizzato che fossero esponenti di una famiglia nobile di stirpe longobarda.
In epoca successiva il castello e borgo di Monteficalle fu di proprietà dei Ricasoli, dei Benci di Figline e dei Gherardini di Montagliari.
Il borgo si trovava lungo una strada chiamata via del Guardingo di Passignano, questa strada metteva in comunicazione le tre principali valli della parte meridionale del contado fiorentino, la Val d’Elsa, la Val di Pesa e la Val di Greve con il Valdarno Superiore.
Il paese si è sviluppato intorno alla parte più elevata che corrisponde all’antico insediamento feudale. Sviluppandosi intorno all’antico castello il borgo ha preso una pianta di forma ellittica, composto da una strada radiale dalla quale si dipanano dei vicoletti facenti tutti capo al cassero feudale. Dell’antico cassero oggi è rimasta una poderosa struttura a pianta rettangolare che presenta un rivestimento in filaretto di pietra alberese. Il complesso, oggi scapezzato e ridotto ad uso abitativo, dovrebbe risalire tra la Fine del XII e l’inizio del XIII secolo.
Tutto intorno all’abitato sorgono le mura di cinta che ripetono la forma del borgo. Le parti di mura ancora oggi conservate presentano i resti di alcune torri, oggi convertite in abitazioni, e le tre porte di accesso, tutte aperte direttamente nelle mura. Le mura realizzate interamente a sasso scapezzato sono da datarsi tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV.
Il tessuto urbano si presenta con uno stile molto unitario, caratterizzato da edifici con strutture medievali. Tra questi edifici si segnalano una casa ritenuta essere stata di proprietà del navigatore fiorentino Amerigo Vespucci e un’altra che presenta un bel portale a sesto acuto con sopra uno stemma del Bigallo. L’edificio sacro del borgo è la chiesa di Santo Stefano.
Montefioralle

Il più antico ricordo documentato risale al 6 febbraio del 1085 quando viene rogato un atto nel a castro Monteficalli. Il castello viene citato diverse altre volte all’inizio del XII secolo come una curtis in cui venivano rogati atti ufficiali, atti conservati nell’archivio della Badia a Passignano. Tra questi documenti quello datato 4 marzo 1122 è di particolare interesse; in quel documento viene certificata la vendita di un bene tra un tale Benne di Gerardo e Gisla di Guinildo insieme alla madre Ermengarda del fu Rolando, i personaggi di questa vicenda portano tutti un nome di origine germanica tanto che si è ipotizzato che fossero esponenti di una famiglia nobile di stirpe longobarda.
In epoca successiva il castello e borgo di Monteficalle fu di proprietà dei Ricasoli, dei Benci di Figline e dei Gherardini di Montagliari.
Il borgo si trovava lungo una strada chiamata via del Guardingo di Passignano, questa strada metteva in comunicazione le tre principali valli della parte meridionale del contado fiorentino, la Val d’Elsa, la Val di Pesa e la Val di Greve con il Valdarno Superiore.
Il paese si è sviluppato intorno alla parte più elevata che corrisponde all’antico insediamento feudale. Sviluppandosi intorno all’antico castello il borgo ha preso una pianta di forma ellittica, composto da una strada radiale dalla quale si dipanano dei vicoletti facenti tutti capo al cassero feudale. Dell’antico cassero oggi è rimasta una poderosa struttura a pianta rettangolare che presenta un rivestimento in filaretto di pietra alberese. Il complesso, oggi scapezzato e ridotto ad uso abitativo, dovrebbe risalire tra la Fine del XII e l’inizio del XIII secolo.
Tutto intorno all’abitato sorgono le mura di cinta che ripetono la forma del borgo. Le parti di mura ancora oggi conservate presentano i resti di alcune torri, oggi convertite in abitazioni, e le tre porte di accesso, tutte aperte direttamente nelle mura. Le mura realizzate interamente a sasso scapezzato sono da datarsi tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV.
Il tessuto urbano si presenta con uno stile molto unitario, caratterizzato da edifici con strutture medievali. Tra questi edifici si segnalano una casa ritenuta essere stata di proprietà del navigatore fiorentino Amerigo Vespucci e un’altra che presenta un bel portale a sesto acuto con sopra uno stemma del Bigallo. L’edificio sacro del borgo è la chiesa di Santo Stefano.
Panzano in Chianti
La zona di Panzano era abitata già in epoca etrusca come dimostra il ritrovamento di una stele risalente al VI – V secolo a.C. presso la pieve di San Leolino, stele poi dispersa. Anche in epoca romana la zona fu fittamente abitata, di quel periodo sono rimaste numerose tracce nei toponimi tra cui lo stesso Panzano. All’inizio del X secolo risulta citata la Pieve di San Leolino a Flacciano, poi diventato Panzano.
Nel XII secolo si ha la prima testimonianza del nome Panzano che viene citato nella plebe Sancti Leolini sitam in Panzano mentre nelle decime del XIII secolo si trova citata anche la chiesa di Santa Maria posta nel castello. Il castello di Panzano sicuramente si era già sviluppato prima del XII secolo e risultava tra i possedimenti della famiglia Firidolfi.
Delle vicende storiche del castello non sono rimaste molte tracce. Alla metà del XIII secolo quando il contado fiorentino fu organizzato in leghe Panzano era compreso nella Lega della Val di Greve. Dopo la Battaglia di Montaperti nel 1260 il castello venne saccheggiato ed ebbe distrutte due torri da parte dalle truppe ghibelline vittoriose. Durante la guerra che oppose Firenze con i Visconti di Milano Panzano, nel 1397, venne occupato e nuovamente saccheggiato dalle truppe di Alberico da Barbiano.
Nel 1478, le truppe senesi e i loro alleati, le truppe del Re di Napoli Ferdinando II di Aragona invasero per la seconda volta il Chianti. In quell’occasione il castello di Panzano fu uno dei più importanti baluardi a difesa della repubblica di Firenze tanto da divenire la sede del Commissario della Repubblica. Dopo la caduta della Repubblica di Siena nel 1555, Panzano non sarà più coinvolto in eventi bellici fino al 1944.
Monumenti e luoghi d’interesse
Torre del Cassero (Il Castello)
Il castello è la parte più in alto e la più antica di Panzano. Sono ancora conservate buona parte delle mura che cingevano il poggio; su due lati però sono state diminuite in altezza mentre nella parte sud-est mancano del tutto. Si sono conservate anche delle torri d’angolo tra cui una è stata riutilizzata come campanile della chiesa di santa Maria mentre un’altra ancora conserva l’apparato a sporgere.
La struttura interna del castello è semplice; dall’unica porta di accesso, che in origine forse presentava un’antiporta, attraverso un’unica strada si arriva ad una piccola piazzetta sulla quale si affaccia il cassero. Il cassero è costituito da un’alta torre che si eleva più in alto di tutti gli altri edifici. All’interno del castello sono presenti altri edifici interessanti tra cui va segnalato quello posto accanto alla porta di accesso che presenta un palese carattere medievale. Tutti gli edifici del castello per l’accuratezza del paramento murario e per la foggia degli archivolti fanno datare al XII secolo le strutture del castello di Panzano. Costruito ed appartenuto da sempre alla famiglia Firidolfi o da Panzano (che, secondo alcuni autori, inurbatisi a Firenze hanno dato il nome all’attuale Via Panzani), alla metà del XIX secolo è passato in parte per successione ed in parte per riacquisto dai Conti Mancini alla famiglia Buoninsegni (poi Tadini Buoninsegni) cui è appartenuto fino alla seconda metà del XX secolo.
Poco fuori del castello era situata l’antica chiesa dedicata a Santa Maria che alla fine del XIX secolo venne sostituita dall’attuale.
Borgo di Panzano
Fuori dal castello, lungo la via di accesso che segue il crinale della collina, già nel XII secolo è accertata la presenza di un borgo come riportato in un documento del 1146, burgus de castro de Panzano.
Il borgo e il castello formano quello che attualmente è il cosiddetto Panzano Alto.
Il borgo di Panzano è articolato su due strade che partendo da una piazzetta salgono parallele fino al castello. Tra gli edifici del borgo alcuni mostrano caratteri riferibili al XVII o al XVIII secolo anche se da sotto alcuni intonaci cadenti si affacciano strutture medievali.
Campana
La zona denominata Campana è quella che sorge ai piedi del poggio di Panzano all’incrocio tra la strada dei poggi che si snoda lungo lo spartiacque tra Greve e Pesa, congiungendo attraverso un percorso molto panoramico le due località poste ai margini San Casciano in Val di Pesa da una parte e Volpaia dall’altra passando per il Castello delle Stinche, e la via Chiantigiana che conduce verso Radda in Chianti e Castellina in Chianti, (Passo di Campana 480 m s.l.m.). Il suo nome deriva dalla forma della piazza [Gastone Bucciarelli] che vista dall’alto assomiglia ad una campana.
Campana era ricordata anche nella Carta dei Capitani di Parte Guelfa realizzata alla fine del XVI secolo; in quella carta vien chiamata Piazza Panzanini e sulla piazza ancora oggi esistente si affaccia un bel palazzo cinquecentesco.
Conca d’Oro
Conca d’Oro è la parte di Panzano volta a solatio che si affaccia e degrada sull’ampia vallata del torrente/fiume Pesa; da qui un paesaggio a perdita d’occhio di boschi, vigneti e oliveti della Toscana Centrale. Il nome Conca d’Oro si riferisce alla forma dei fianchi della collina in quel punto, una conca appunto, una volta completamente coltivata a grano (dorato) e ove oggi si estendono i vigneti del Chianti Classico (l’oro del Chianti).
(testo tratto da Wikipedia.it)
Panzano in Chianti

La zona di Panzano era abitata già in epoca etrusca come dimostra il ritrovamento di una stele risalente al VI – V secolo a.C. presso la pieve di San Leolino, stele poi dispersa. Anche in epoca romana la zona fu fittamente abitata, di quel periodo sono rimaste numerose tracce nei toponimi tra cui lo stesso Panzano. All’inizio del X secolo risulta citata la Pieve di San Leolino a Flacciano, poi diventato Panzano.
Nel XII secolo si ha la prima testimonianza del nome Panzano che viene citato nella plebe Sancti Leolini sitam in Panzano mentre nelle decime del XIII secolo si trova citata anche la chiesa di Santa Maria posta nel castello. Il castello di Panzano sicuramente si era già sviluppato prima del XII secolo e risultava tra i possedimenti della famiglia Firidolfi.
Delle vicende storiche del castello non sono rimaste molte tracce. Alla metà del XIII secolo quando il contado fiorentino fu organizzato in leghe Panzano era compreso nella Lega della Val di Greve. Dopo la Battaglia di Montaperti nel 1260 il castello venne saccheggiato ed ebbe distrutte due torri da parte dalle truppe ghibelline vittoriose. Durante la guerra che oppose Firenze con i Visconti di Milano Panzano, nel 1397, venne occupato e nuovamente saccheggiato dalle truppe di Alberico da Barbiano.
Nel 1478, le truppe senesi e i loro alleati, le truppe del Re di Napoli Ferdinando II di Aragona invasero per la seconda volta il Chianti. In quell’occasione il castello di Panzano fu uno dei più importanti baluardi a difesa della repubblica di Firenze tanto da divenire la sede del Commissario della Repubblica. Dopo la caduta della Repubblica di Siena nel 1555, Panzano non sarà più coinvolto in eventi bellici fino al 1944.
Monumenti e luoghi d’interesse
Torre del Cassero (Il Castello)
Il castello è la parte più in alto e la più antica di Panzano. Sono ancora conservate buona parte delle mura che cingevano il poggio; su due lati però sono state diminuite in altezza mentre nella parte sud-est mancano del tutto. Si sono conservate anche delle torri d’angolo tra cui una è stata riutilizzata come campanile della chiesa di santa Maria mentre un’altra ancora conserva l’apparato a sporgere.
La struttura interna del castello è semplice; dall’unica porta di accesso, che in origine forse presentava un’antiporta, attraverso un’unica strada si arriva ad una piccola piazzetta sulla quale si affaccia il cassero. Il cassero è costituito da un’alta torre che si eleva più in alto di tutti gli altri edifici. All’interno del castello sono presenti altri edifici interessanti tra cui va segnalato quello posto accanto alla porta di accesso che presenta un palese carattere medievale. Tutti gli edifici del castello per l’accuratezza del paramento murario e per la foggia degli archivolti fanno datare al XII secolo le strutture del castello di Panzano. Costruito ed appartenuto da sempre alla famiglia Firidolfi o da Panzano (che, secondo alcuni autori, inurbatisi a Firenze hanno dato il nome all’attuale Via Panzani), alla metà del XIX secolo è passato in parte per successione ed in parte per riacquisto dai Conti Mancini alla famiglia Buoninsegni (poi Tadini Buoninsegni) cui è appartenuto fino alla seconda metà del XX secolo.
Poco fuori del castello era situata l’antica chiesa dedicata a Santa Maria che alla fine del XIX secolo venne sostituita dall’attuale.
Borgo di Panzano
Fuori dal castello, lungo la via di accesso che segue il crinale della collina, già nel XII secolo è accertata la presenza di un borgo come riportato in un documento del 1146, burgus de castro de Panzano.
Il borgo e il castello formano quello che attualmente è il cosiddetto Panzano Alto.
Il borgo di Panzano è articolato su due strade che partendo da una piazzetta salgono parallele fino al castello. Tra gli edifici del borgo alcuni mostrano caratteri riferibili al XVII o al XVIII secolo anche se da sotto alcuni intonaci cadenti si affacciano strutture medievali.
Campana
La zona denominata Campana è quella che sorge ai piedi del poggio di Panzano all’incrocio tra la strada dei poggi che si snoda lungo lo spartiacque tra Greve e Pesa, congiungendo attraverso un percorso molto panoramico le due località poste ai margini San Casciano in Val di Pesa da una parte e Volpaia dall’altra passando per il Castello delle Stinche, e la via Chiantigiana che conduce verso Radda in Chianti e Castellina in Chianti, (Passo di Campana 480 m s.l.m.). Il suo nome deriva dalla forma della piazza [Gastone Bucciarelli] che vista dall’alto assomiglia ad una campana.
Campana era ricordata anche nella Carta dei Capitani di Parte Guelfa realizzata alla fine del XVI secolo; in quella carta vien chiamata Piazza Panzanini e sulla piazza ancora oggi esistente si affaccia un bel palazzo cinquecentesco.
Conca d’Oro
Conca d’Oro è la parte di Panzano volta a solatio che si affaccia e degrada sull’ampia vallata del torrente/fiume Pesa; da qui un paesaggio a perdita d’occhio di boschi, vigneti e oliveti della Toscana Centrale. Il nome Conca d’Oro si riferisce alla forma dei fianchi della collina in quel punto, una conca appunto, una volta completamente coltivata a grano (dorato) e ove oggi si estendono i vigneti del Chianti Classico (l’oro del Chianti).
(testo tratto da Wikipedia.it)